Elezioni: il Movimento 5 Stelle

Mi preoccupa. Che si vada a pescare in una scatola troppo mista in cui convergono persone di idee profondamente diverse, legate temporaneamente solo da un istinto reazionario e anti sistema.  Mi preoccupa che la gente scesa in piazza risponda ad un richiamo di pancia ma non abbia né tempo di approfondire, né idea di cosa ci sia davvero dietro un “vaffa”.

Mi preoccupa l’ingenua impreparazione di molti dei candidati. Ancor di più a fronte di un periodo di grande precarietà.

Non credo che una reazione valga una risposta. E la furia di un uomo che non è neanche disposto a comprendere le dinamiche di una struttura democratica mi spaventa, perché accende, infiamma, ma non dimostra alcuna maggiore capacità.

Ci lasciamo incantare da chi grida più forte e ne diventiamo dipendenti in un attimo, come la nostra storia continua a dimostrare. Dimenticandoci di quanto sacrificio comporti la democrazia e la necessità di confrontarsi e parlare, parlare, parlare, prima e anche dopo ogni decisione per cercare un punto di incontro con tutti.

Mi preoccupa la rabbia, quella che acceca, disfattista, che non fa differenze se non che per se stessa. Quella che attecchisce nella parte più emotiva di ognuno e trasforma la voglia di riscatto o la frustrazione, in furia e aggressività.

Mi spaventano le piazze pronte ad osannare una sola persona come fosse detentrice di chissà quale verità. Temo il nostro stesso bisogno di populismo, questa incessante necessità di individuare “uno” che sia capace di lasciarci anche solo immaginare un mondo diverso. E poi non importa se il metodo e il modo non siano stati discussi o verificati.

Ci affidiamo con una semplicità devastante.

Mi spaventa, mi insospettisce e mi preoccupa.

Ecco.

3 Replies to “Elezioni: il Movimento 5 Stelle”

  1. Mi sembra che ti preoccupi un po’ troppo. Mi sembra (e mi sorprende) che liquidi la cosa in modo sbrigativo. Mi sembra che parli di aggressività e furia troppo facilmente.MI sembra che (come tutti) cadi nella sineddoche di etichettare tutti gli attivitsti (di cui non faccio parte) con l’immagine (pittoresca e populista, te lo concedo) di Grillo.
    “L’impreparazione di molti candidati” mi ricorda un sacco la frase tanto abusata quanto sprezzante “la politica è una cosa seria”. Per come la vedo io l’ascesa dei movimenti di protesta (non solo MS5) viene proprio dal fatto che i “politici professionisti” non hanno più il senso della realtà quindi meglio “qualcuno” che se pur in maniera sgangherata e con un programma per certi versi palesemente irrealizzabile, però da delle risposte concrete.
    Detto questo il M5S ha una sua struttura che andava bene a livello locale ma adesso deve necessariamente evolvere visto solo in Parlamento e solo dopo si possono tirare le somme (ed eventualmetne preoccuparsi).

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    1. Ciao Vadro, in realtà non liquido affatto la questione. Tutt’altro, inizio a rifletterci proprio ora. Senz’altro il fenomeno generato dal Movimento e quello da cui deriva è molto più complesso di quanto io possa scrivere in un semplice post. La mia è la descrizione di una visione e di una sensazione: la mia. Non certo la verità assoluta. Né tanto meno un giudizio, è solo un’opinione, sempre la mia.
      Per quanto riguarda il merito di alcune mie affermazioni, ti spiego molto semplicemente ciò che intendo. Io son sicura che il movimento sia formato da tanta gente in gamba, non critico parte delle proposte e dei contenuti, la forma si però. Probabilmente, questo è dovuto alla mia cultura (anche politica), al fatto che credo ancora in un sistema fondato sulla discussione democratica delle idee, e sulla presenza di partiti di rappresentanza. Che sia chiaro, questo non significa che giustifico quanto è stato fatto male o non fatto dai politici finora. Credo solo che la cornice del disfattismo non sia di per sé, portatrice di valore aggiunto. Credo che sia conveniente misurarsi sui fatti (ed è chiaro che il M5S ne abbia ancora pochi a proprio favore e sfavore, quantomeno fisiologicamente, in quanto nato da pochissimo rispetto agli altri). L’evoluzione che diventa ora necessaria per il Movimento è un passaggio dovuto e c’è ancora tanta confusione a mio parere. Proprio per questo, la furia e il populismo (ti prego di concedermi almeno questi con riferimento a Grillo che non si è risparmiato né in fiato né in maniere).
      Dopo, ma anche nel frattempo, ne parleremo ancora e ancora e ancora e poi, magari, tireremo le somme. Insieme, discutendo se avrai ancora voglia di intervenire.

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