“Grazie. Perché dici cose sincere che vedi tu, magari non le vedo io, ma questo conta relativamente. E ti prendi la briga di metterti lì e scrivermele. La verità è se io fossi la metà di quello che dici tu, mi impegnerei a scriverle altrettanto per chi merita davvero come te. Invece do sempre altre priorità alla vita, priorità molto piccole. Che mi rendono piccolo come le mie priorità.”
Lui scriveva poco, ultimamente. Molto poco. Eppure quelle righe sembravano portarsi dentro un incredibile senso di verità. E diventavano il modo per riconoscere quanto sia vero che le scelte ce le portiamo in tasca tutti i giorni. Nelle cose ordinarie e in quelle straordinarie. E nel modo in queste si incastrano.
Continuamente.
Nelle agende e in tutti gli impegni cancellati, le cene rimandate, le telefonate perse, le mail scritte ed inviate nei momenti più impensati.
Le priorità si impongono per urgenza. Le cose che vogliamo fare non le dimentichiamo. E quando proprio non riusciamo, cerchiamo sempre di recuperargli un posto in lista. Almeno per lei era sempre stata così.
Eppure, per qualcun’altro si tratta solo dell’ordine sparso in cui si infilano doveri e piaceri. Pare sia una questione di carattere, di sensibilità, di karma e di chissà cos’altro ancora.
Ciò nonostante, l’ordine di importanza che diamo alle cose di cui viviamo, resta il modo per riempirci viaggio e valigia di ciò che riteniamo necessario.
Forse è semplicemente che, anche quando non c’è urgenza, le cose capaci di segnare la differenza, non possono che diventare priorità.
Per fortuna.
Per fortuna 🙂
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