Impariamo a camminare, andiamo veloci, sicuri, corriamo.
Poi cadiamo. Quando abbiamo acquisito fiducia e tutto ci sembra procedere da solo, un po’ per inerzia un po’ per dinamica, cadiamo.
‘Non è possibile, ormai lo sappiamo come si corre’, ci diciamo. La dinamica del movimento, la spinta richiesta per andare, la leggerezza necessaria a prendere velocità. Eppure non ci riusciamo più.
Non sappiamo più correre.
Ieri lo sapevamo fare e oggi no. Il corpo diventa troppo pesante sia per la spinta che per la velocità.
Allora ripartiamo da zero. Da come si sta in piedi. Come si sta in piedi su due gambe, le proprie, senza cadere. Ripartiamo dall’equilibrio.
Ritrovato l’equilibrio poi si potrà tornare a camminare spediti. Ma prima è necessario ritrovare l’equilibrio.
La voglia di correre, sempre lì, forte come la vita. Come l’entusiasmo di chi si muove senza prudenza e cade ancora, ma non può smettere di tentare (che poi se scoprite un altro modo per vivere vi chiederei gentilmente di segnalarmelo). Di tutto quello che inizia ogni giorno, scendendo dal letto con il piede giusto o meno, quello che conta è quanto sappiamo restare in equilibrio. Tenendo agli scossoni, alle spinte, ai giramenti di testa.
Imparando. Dagli scossoni, dalle spinte, dai giramenti di testa.