Ci sono giorni che ti svegli con le domande e altri che ti svegli con le soluzioni.
Ci sono giorni che ti svegli con il piede sbagliato e per quanto tu possa sforzarti a plastificare un sorriso, è tendenzialmente più fortunato chi ti scivola silenziosamente accanto rispetto a chi ostinatamente ti si punta di fronte.
Ci sono giorni che è tutta una nube, peggio che un gomitolo. Non sai dove inizia né dove finisca, ma è evidentemente chiaro che ti prenda alla testa. Da stropicciare gli occhi più del solito, parlare meno ed infilarti nel sorriso comodo di un’amica.
Ci sono giorni che “Ah, se avessi una macchina qui ed ora”.
Ci sono giorni leggeri, che ti alzi con lo swing e vedi fiori e colori ovunque. E parli per rima, ti vengono battute intelligenti di continuo, azzecchi le metafore quando vuoi spiegare le cose, arrivi sempre al punto.
Giorni che potresti spostare montagne e trascinare masse, in cui tutto potrebbe scivolarti addosso senza intaccare il tuo baricentro.
Giorni che sei una roccia e tutto è semplice, che la luce è così chiara che sembra coglierti come un’intuizione geniale ancor prima che tu abbia il tempo di riconoscerla.
Giorni che devi salire sul primo treno e scegliere una destinazione a caso, senza agenda e taccuino, con la sola persona con cui puoi essere chi sei in silenzio.
Giorni solo da correre, a ritmi sostenuti per sentire il cuore battere più forte e il fiato salire in gola, la tensione scendere e la schiena sciogliersi.
Giorni che “qualcuno mi abbracci anche se dico boiate”. Seppure fosse solo per farmi star zitta.
E poi ci sono giorni che, manneccia che giorni, che lo sai che la vita è un po’ stronza e ti viene da ridere, ma non vuoi che ti veda che poi finisce che s’accanisce la canaglia, e vorresti parlare perché ti sembra di aver capito tanto, ma non riesci a mettere le parole in fila e quindi intuisci che forse non hai ancora capito abbastanza e che prima di affrontare sempre tutto a testa alta e petto in fuori come sai fare bene, devi allenarti ancora ad ascoltare e guardare.
Che in realtà, per quanto tu ti sia sempre sentita troppo adulta, c’è un’ostinata adolescente in te che non smetterà mai di criticare, sentenziare, ridere nei momenti meno opportuni e straparlare. Tutto ciò che ti piacerebbe cancellare a mano dal bozzetto di te che hai in mente, ma che evidentemente definisce il confini di ciò che ti distingue dal resto. E ti salva da quell’adulta che sei diventata troppo presto.
Quei giorni che i capelli non trovano ordine, incoerenti e difettosi come sono.
Disordinati, voluminosi e pieni di nodi: come te.
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