“Da grande voglio essere felice”.
L’ho detto e ripetuto più volte da bambina, crescendo e ancora dopo quando ero già cresciuta. Ero una bambina sognatrice quel po’ che basta per essere una bambina felice direi.
É splendente l’idea della felicità. Accecante a volte. Ci tocca e ci invade come l’idea della meta ricca e calda in cui riposare dopo un viaggio stancante. Il frutto di un percorso più o meno tortuoso che scegliamo di condurre perché camminiamo verso quello che avrà sicuramente reso il percorso stesso solo un sacrificio valido al suo scopo.
É un’idea a cui ci aggrappiamo e una scatola vuota se smettiamo di infilarci dentro la nostra vita. Se la riempiamo fino all’orlo di idee a cui diamo una forma ben precisa, di tutte quelle esperienze che diventano insieme strumenti e metriche della nostra sola possibilità di essere completi, forse, o di sentirci leggeri la sera, e pronti a bagnarci la faccia nell’aria che incrociamo fuori casa per andare incontro al tutto della vita di ogni giorno.
La misura della felicità è dentro di noi e non è figlia di un percorso giusto, non è frutto di un ideale atteso, non si incornicia come il quadro che abbiamo strappato in asta al più furbo acquirente. La felicità si insinua nelle cose di tutti i giorni, nel modo in cui esploriamo e viviamo il mondo, nel modo in cui guardiamo le persone, le cose da fare e quelle da evitare, ci si infila dentro come un senso di possibilità e di consapevolezza leggera. Diventa parte di noi e con noi si riflette nei volti delle persone che osserviamo e delle faccende che risolviamo. Diventa il senso che ci ispira nell’essere la parte migliore di noi e la pazienza di imparare a voler bene alla peggiore. É il senso di sfida con cui infiliamo il muso nel domani. La porta che lasciamo aperta verso ciò che fino a ieri avremmo considerato impossibile. É quanto di noi scegliamo di lasciar circolare, quanto più profondamente impariamo a rispettarci, ad assecondare le nostre intuizioni, seppure tremanti. L’energia che spendiamo verso nuovi progetti. Il cuore con cui diamo forma sempre più solida ai progetti già in corso.
La felicità è quella scintilla che ci tiene accesi, con cui guardiamo il mondo e tocchiamo le persone. La scintilla con cui il mondo ci guarda e le persone ci toccano di riflesso. In una strada che si fa fiume, come una corrente che spinge forte e ci chiede solo di trovare il coraggio di lasciarci portare.