Si tende a credere che accumulando anni si imparino sempre più cose, eppure disimpariamo continuamente e poi ricominciamo da capo, accogliendo voglia di rischiare o meno, vivere o galleggiare, andare o stare. Ogni volta abbiamo la possibilità di imparare in modo diverso, perché non siamo più una lavagna vuota. Siamo una tavola imbandita di storie e avvenimenti e conquiste e fallimenti. E ci portiamo dentro tutto e quindi impariamo rivedendo le cose in un modo che non avremmo potuto intendere prima.
Si tende a contare sul fatto che accumulando esperienza si diventi più saggi, trascurando il fatto che la saggezza è fatta di leggerezza, che la consapevolezza si fonda sulla possibilità di essere più auto indulgenti e qualche volta, possibilisti.
Quest’anno è stato uno di quegli anni in cui ho disimparato tantissimo tentando ad imparare tutto di nuovo, da capo.
Il passato è un tesoro prezioso se siamo capaci di non esserne reduci. Il futuro è da inventare, il presente è l’occasione di essere chi vogliamo.
Del mio passato, quest’anno, mi porto addosso la capacità di perdonare. Chi non mi ha capita, non mi ha vista, non mi ha aspettata, non ha insistito. Me, per quello che non ho capito, visto, aspettato; per ciò verso cui non sono riuscita ad essere indifferente, per i desideri che mi sono concessa e quelli che ho creduto di poter controllare. Per i sentimenti che ho sperato di poter ignorare. Per la paura d’amare. Per l’esigenza, costante, di misurarmi con me stessa.
Dal mio presente, ho ancora tutto da imparare.