Alcune tra le mie più care amiche, ai tempi dell’università, avevano l’abitudine di chiamarmi “(s)fortunella”. Quelle che hanno iniziato a chiamarmi Jack, per inciso. Proprio loro, si divertivano anche con “fortunella/sfortunella” a seconda del caso.
Modo tipicamente femminile di desacralizzare alcuni imbarazzanti episodi con ironia. Noi ci divertivamo così, affrontavano la massiccia dose di pessime figure giornaliere e tentativi falliti con molto sarcasmo e grassissime risate. In compenso, c’è da dire, che non poteva certo mancarci un metodo di gestione della crisi, considerata l’attitudine a non lasciarsi sfuggire nessuna delle possibili sfide a tiro: studio, stage, primi lavori, amicizie, ragazzi, viaggi. Mai una volta che una di noi si tirasse indietro rispetto alla opportunità di fare/dire/partecipare … Il più delle volte sbagliare. Spessissimo, crescere.
Oggi riflettevo sul fatto che è ancora così, sono ancora “(s)fortunella”, intendo: mi si spezza il tacco mentre cammino o almeno mi rimane incastrato in una grata, ho continuamente l’impressione di perdere cose (sopratutto non mie), mi rubano sacchetti di libri appena acquistati, mi si riversa una bustina con la mozzarella in borsa, piove quella volta su 100 in cui decido di fare i capelli lisci. Insomma, fossi un fumetto, io, competerei con i cult. Come Snoopy. Meno saggia forse, ma sicuramente difficile da dimenticare.
Le fantastiche avventure di (S)fortunella, tipo.
Eppure, c’è sempre un braccio a tenermi quando il tacco cede, posso specchiarmi e ridere, buffa come sono, nella risata di chi ho difronte quando mi rubano sacchetti con nuovi libri, lamentarmi confusamente per le cose sparite e chiedere scusa affranta a qualcuno che è pronto a risolvere la questione in un abbraccio. Quando i capelli si arricciano, sotto la pioggia scrosciante, poi, c’è chi mi dice che in fondo: “staidecisamentemegliocosì“.
Quando mi carico di questioni importanti ho accanto qualcuno che è pronto a condividere con me il peso, anche se in salita.
Resto un fumetto quindi, senza ombra di dubbio. Ma posso affermare con altrettanta certezza, che nelle Fantastiche avventure di (S)fortunella c’è spazio per i più incredibili Supereroi.